Come annunciato lo scorso maggio, fra poco arriverà Libra la valuta di Facebook, destinata a cambiare le abitudini di consumo degli oltre 2 miliardi di utenti iscritti al gigante social.

Ma quali sono nel dettaglio i vantaggi di questa moneta virtuale e quali le minacce, più o meno sottese al progetto?

Non ti resta che continuare a leggere per scoprirlo.

Libra: che cos’è e come nasce?

Prima di provare a capire quali vantaggi e pericoli potrebbero correre gli iscritti a Facebook, vale la pena di sapere qualche cosa in più a proposito di Libra.

Per definizione Libra è una “stablecoin” basata su blockchain, ossia una criptovaluta il cui valore viene legato statisticamente al valore del dollaro.

La valuta di Facebook, quindi, non sarà una bitcoin soggetta a fluttuazioni costanti, ma sarà garantita da una riserva di asset reali per assicurare la sua stabilità e proteggerla dalla speculazione.

La stabilità sarà garantita da una serie di asset a bassa volatilità, una sorta di valore standard che consentirà di tenere stabile la valutazione nel tempo così come è successo con il sistema monetario aureo, un meccanismo che prevedeva di fissare il valore di una moneta nazionale ad una determinata quantità d’oro.

Viene gestita tramite un’associazione, la Libra Foundation con sede in Svizzera, che per il momento accoglie 28 adepti: Facebook, ovviamente, ma anche altre realtà del settore tecnologico, del mondo del business o della finanza. PayPal a Mastercard, passando per Visa e Coinbase, solo per fare alcuni nomi. Oltre a loro, una serie di big dell’economia tra cui Uber, EBay, Spotify, Lift, Vodafone e Iliad.

Per scoprire nel dettaglio qualcosa in più su come funzionerà Libra e cosa potremo pagarci vi invitiamo a leggere l’ articolo scritto proprio a pochi giorni dall’annuncio dell’entrata in vigore di Libra.

Libra

Libra: la valuta del “popolo”

La sfida annunciata da Zuckenberg con Libra è più che lodevole (almeno nelle parole).

“Con Libra proviamo a reinventare la moneta e a trasformare l’economia globale. Così le persone, ovunque, potranno vivere vite migliori“. M. Zuckenberg

Questo il messaggio con cui il Ceo Mark Zuckerberg ha presentato la criptovaluta di Facebook.

La missione di Libra è creare una semplice infrastruttura finanziaria globale per miliardi di persone in tutto il mondo.

Scambiare denaro su Facebook sarà semplice come condividere foto e video.

Dal 2020 in poi Libra dovrà trasformarsi nella moneta di scambio per eccellenza, adottata potenzialmente da quasi 3,5 miliardi di persone, ovvero gli utenti attuali iscritti a Facebook ma anche – come ha specificato lo stesso Zuckenberg – da 1,7 miliardi di persone nel mondo che non hanno un conto in banca o che non sanno come acquistare criptovalute o ne temono l’utilizzo, ma possiedono un telefono cellulare.

Un moneta del popolo e per il popolo insomma, almeno nelle intenzioni.

Ma… non è tutto oro quel che luccica, come ci insegna lo scandalo di Cambridge Analytica.

Libra è legale?

Non serve essere laureati in economia interazionale per capirolo.

Libra può diventare il nuovo vero business di Mark Zuckerberg e trasformare le abitudini e l’economia mondiale.

Se Zuckerberg dovesse riuscire nel suo intento, ci troveremmo dunque con un’azienda che batte moneta come fosse uno Stato nazionale e accumula miliardi di dollari di riserve valutarie e collaterali in una propria banca centrale, la Libra foundation, verosimilmente destinata a diventare più ricca di molte banche nazionali.

I dubbi e le domande sono infiniti, o quasi: ci si chiede, per esempio, se saranno emessi dei titoli, se è prevista la possibilità di fare credito o se le giacenze saranno depositi.

Ancora, su Facebook in teoria ci si dovrebbe iscrivere con nome e cognome di un utente esistente, ma tutti noi sappiamo che ciò non sempre avviene, per non parlare dei profili fake non sempre scoperti dalla piattaforma i quali potrebbero utilizzare Libra per attività illegali come il reciclaggio di denaro.

Per non parlare del problema, sempre attuale, della privacy: Facebook già possiede una mole enorme di dati, probabilmente ineguagliabile, e tali dati si moltiplicheranno quando il social si trasformerà anche in un fornitore di servizi finanziari.

Se dovesse verificarsi uno scadalo Cambridge Analytica? Il maggiore ostacolo è rappresentato dalla differente tutela offerta dai regimi normativi in tema di dati e privacy. Se in alcuni paesi sottosviluppati (si pensi alle regioni africane) le tutele sono praticamente inesistenti, anche in stati all’avanguardia non vi è sempre uno strumento di tutela condiviso, con forti differenze tra Stati Uniti ed Europa per esempio.

L’Ue cosa ne pensa di Libra?

Le autorità europee devono ancora fornire il proprio placet al servizio: nel caso in cui la moneta virtuale di Facebook dovesse essere qualificata come sistema di pagamento essa non potrebbe sfuggire alle maglie strette della direttiva Psd2.

Va detto che Facebook, così come altri colossi della Rete, ha già presentato la richiesta in Europa per la licenza bancaria. La vigilanza Ue si occuperò, dunque, di monitorare tutto il processo.

Ti è piaciuto il nostro articolo? Scopri  tutte le Rubriche di Everyday News

Ilaria Nespoli

Cresciuta a pane e Sport, non perde un evento sportivo, dalla Formula 1 al Calcio, passando per la Moto Gp ed il Volley.
Una passione quella per lo Sport che si unisce a quella per Social Media, di cui ne ha fatto una vera e propria professione.