A differenza del passato oggi possiamo parlare di comunicazione nei vari modi impensabili fino a cento anni fa. Pensate solo a quella della stampa, quella radiofonica, televisiva, telefonica senza parlare di quella web. Se con un solo mezzo di comunicazione quale era la stampa erano imposte regole e comportamenti, basti pensare all’ordine dei giornalisti, oggi tutti possono comunicare e diffondere la propria comunicazione senza regole prestabilite, se non quelle generiche del codice.

Homo Web: dobbiamo avere timore del progresso?

La storia dell’uomo c’insegna che ogni scoperta crea turbamento rispetto al pensiero dominante del tempo. Gli esempi sono tanti basti pensare a Galilei quando scoprì che era la terra ha girare intorno al sole e fu accusato di eretismo. Ma andiamo ancora più indietro arriviamo alla scoperta della scrittura che fu una rivoluzione altro che la stampa.

Ogni rivoluzione ha con se gli apocalittici, la maggior parte, e gli ottimisti. Platone in Fedro, diceva che la scrittura avrebbe cambiato la mente umana in peggio, marginalizzando la memoria, che allora era l’unica fonte del sapere e l’unico modo di diffusione della cultura.

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Dall’Homo Sapiens all’Homo Web: nell’era della comunicazione orale l’orecchio era l’organo più importante

Anche nell’antico Testamento il verbo ascoltare ricorre 6 volte di più del verbo vedere. L’homo sapiens risale a 50 mila anni fa ma solo nel 4° millennio A.C. i Sumeri inventarono la scrittura (cuneiforme) ma furono gli egiziani a usare poi il foglio (papiro) ed inchiostro. La stampa verso la fine del 400 fu una vera rivoluzione che entrò prepotentemente anche nel quotidiano con la scomparsa degli amanuensi e la diffusione della cultura anche a ceti diversi dalla classe dominante. Secondo Harold Inns la stampa gettò le basi del nazionalismo inteso come appartenenza alla stessa “ cultura” Mac Luhan afferma che attraverso la stampa un popolo vede se stesso per la prima volta.

Homo Web: l’avvento del web cambia completamente lo scenario comunicativo

Mentre il cinema prosegue l’innovazione del libro, lo spettatore è psicologicamente solo, come il solitario lettore del libro, la televisione cambia completamente il rapporto con la conoscenza e l’informazione. L’abilità nel “leggere” la Tv non richiede educazione. Il linguaggio (leggi anche scrittura) lascia il posto al “linguaggio visivo” che è più povero non solo di parole ma soprattutto di ricchezza di concetti. La mente è più portata a credere in ciò che vede che in ciò che ascolta che comunque deve elaborare, ormai prevale l’assioma: non vidi non est.

Il web, che possiamo considerare l’evoluzione della comunicazione televisiva è dilagato. Poter far sapere la propria opinione a tutti è una “ droga” alla quale pochi sanno resistere.

Che evoluzione avrà e dove ci porterà questa nuova scoperta? Sarebbe presuntuoso teorizzarlo. A questo punto è difficile trarre una conclusione senza ricadere negli errori del passato demonizzando e preoccupandoci delle novità e cambiamenti storici. Non ci rimane che attendere.

“Ai posteri l’ardua sentenza”

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Fausto Sobrini

Giornalista esperto di lunga data, è iscritto all’albo dell’ordine dei giornalisti Lazio dal 1980.
Volto storico dell’emittente locale Rete Oro, dove attualmente conduce programmi di approfondimento che affrontano temi di attualità nel contesto sociale ed economico di Roma e della sua provincia. Vanta collaborazioni con Roma Channel e Sky.