Viaggiare con la fantasia, è l’unica possibilità per il 93% dei cittadini del mondo che si trova ad affrontare la più vasta e tragica pandemia della sua storia. Il movimento di persone attraverso i confini si è fermato in gran parte del mondo mentre i paesi chiudono i loro confini ai visitatori – e talvolta ai loro stessi cittadini – in risposta allo scoppio del coronavirus.
Viaggi e vacanze annullate in tutto il mondo a causa del COVID19
Viaggiatori e vacanzieri di ogni luogo bloccati lungo ogni parallelo, il COVID19 non fa sconti a nessuno. Nel momento di più alto picco della diffusione globale del virus, non sono solo le politiche dei paesi di tutto il mondo a subire profonde trasformazioni ma anche i più importanti siti turistici, luoghi di culto e mete simbolo di libertà e cultura nel mondo, completamente vuoti da mesi.
Circa 7,2 miliardi di persone vivono in paesi che hanno imposto restrizioni all’ingresso di cittadini stranieri che arrivano da determinati paesi che non sono né cittadini né residenti del paese di destinazione. 3 miliardi circa di persone, ovvero il 39% della popolazione mondiale, vivono in paesi con frontiere completamente chiuse a non cittadini e non residenti, secondo un’analisi del Pew Research Center basati sui dati di chiusura delle frontiere e sui dati sulla popolazione delle Nazioni Unite.
Ripensare e reinventare i viaggi e il turismo post COVID19
I confini sono stati chiusi a tutte le categorie di viaggiatori, gli eventi sociali sono stati ridotti per arginare la diffusione del virus che ha infettato un milione di persone e causato oltre sessantamila vite in tutto il mondo. I settori del turismo di viaggio, dell’ospitalità e degli eventi, nonché i settori affiliati come la fotografia, la videografia, il trasporto elettronico e l’alloggio sono stati messi in ginocchio. L’industria dei viaggi e del turismo è stata a tutti gli effetti, la prima vittima economica del COVID19.
Il virus ha dimostrato il rischio associato agli investimenti turistici. Gli attori del settore, in particolare quelli del settore privato e le piccole e medie imprese (PMI) che non hanno ammortizzatori, hanno perso i posti di lavoro. Ma non sono le piccole aziende hanno subito il colpo: il 3 aprile la Boeing è stata costretta ad annunciare il pensionamento volontario per il proprio personale. Milioni di posti di lavoro in tutto il mondo sono andati persi.
Come riuscire a vedere oltre la grande tragedia, uno spiraglio di speranza?
Dopo la grande emergenza del COVID19 l’industria dei viaggi e del turismo non sarà più la stessa, quali misure potrebbero essere adottate quindi per sostenere la rinascita di questo settore?
- Turismo nazionale e regionale: come punto di riferimento saldo e incrollabile. Le attività turistiche e del tempo libero potranno svolgere il proprio ruolo nell’aiutare le persone a recuperare e riscoprire la natura locale traendone grande vantaggio.
- Digitalizzazione delle risorse turistiche: creare opzioni di turismo elettronico e virtuale è la chiave per la ripresa. Le piccole e medie imprese del settore che metteranno a disposizione servizi digitali saranno la forza trainante del settore.
- Collaborazione tra tutti gli attori del settore: la collaborazione e la cooperazione sono necessarie per gli hotel e tutti gli altri attori del settore. L’attuale periodo di blocco può essere utilizzato per stabilire o rafforzare buone pratiche e strategie di collaborazione per l’industria.
- Turismo sostenibile: se c’è qualcosa che il coronavirus ci ha insegnato, è che la Terra reagirà se non la proteggiamo. I futuri protagonisti del settore turistico devono prendere coscienza del fatto che la terra ha abbastanza per supportare i bisogni di tutti se siamo tutti sostenibili.
Sullo sfondo delle restrizioni ai viaggi introdotte in questo momento di emergenza, l’organizzazione mondiale del turismo sottolinea l’importanza del dialogo e della cooperazione internazionali e sottolinea che la sfida al COVID19 rappresenta anche un’opportunità per mostrare come la solidarietà può andare oltre i confini.
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Eleonora Miniati
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