A cura di Federica Peruzzi
Nella zona prossima alle mura sulla piazza di san Giovanni in Laterano ci troviamo di fronte alla prima basilica costruita a Roma.
Fu edificata da papa Silvestro sostenuto dal primo imperatore romano cristiano, Costantino, che nel 313 legalizzò il cristianesimo.
La basilica nasce su quelli che erano terreni di proprietà privata: possedimenti della famiglia di Marco Aurelio, i quali dopo la sua morte, passarono da imperatore a imperatore.
Questi terreni al tempo di Costantino ospitavano le caserme della cavalleria di Massenzio, sconfitto da Costantino nella zona di ponte Milvio nel 312; Costantino, prese la palla al balzo e non fece altro che cacciarli via.
Perché Costantino costruì la prima basilica di Roma in una zona così periferica, ( all’epoca la zona di San Giovanni era periferia), e lontana dalla zona del potere?
Come abbiamo già detto Costantino è considerato il primo imperatore romano ad essersi convertito al cristianesimo e a fare in modo, con l’editto di Milano, che i cristiani non pregassero segregati nella Domus Ecclesiae, sostanzialmente piccole case dove i cristiani potevano praticare la liturgia( e non nelle catacombe come nella fantasia popolare), ma che avessero la possibilità di pregare insieme alla propria comunità in un edificio costruito proprio per loro.
Nel 313 però, siamo ancora nell’epoca in cui il paganesimo era religione di stato (il Cristianesimo lo diventerà solo nel 380 con l’imperatore Tedosio), perciò costruire una cattedrale al centro di Roma magari nei fori imperali o giù di li, avrebbe creato al povero Costantino non pochi problemi con la classe senatoria conservatrice pagana.
Al tempo stesso Costantino non aveva nessuna necessità di costruire una basilica al centro di Roma.
Per questo decise di regalare tutta la zona del Laterano, alla nascente classe ecclesiastica, soprattutto papale.
Della chiesa di Costantino si sa molto poco.
Non sappiamo che decorazione che dovesse avere, non sappiamo come doveva essere fatta, ma sappiamo per esempio che al suo interno doveva avere un ciborio o una pergola sull’altare con statue di Cristo fra Angeli e Cristo fra Apostoli, questo perché la fonte principale del medioevo, ovvero il Liber Pontificalis (libro che raccoglie tutte le vite e le committenze dei papi di Roma, da Pietro a Martino V), la nomina come Fastigium Argentum.
Sappiamo che diversi papi ed imperatori decisero di donare alla chiesa moltissima suppellettile liturgica: dalle statue fino alle coppe; che venivano tutte registrate e pesate, ponendo l’attenzione sulla quantità di oro che i pontefici regalavano, piuttosto che raccontare che decorazione si doveva trovare al suo interno.
Il Liber Pontificalis racconterà che immagini si trovano all’interno delle chiese solo nel IX secolo, ovvero da quando nel 730 l’imperatore bizantino Leone III e il figlio Costantino V cominciarono la propria crociata contro le immagini.
Questo spinse i papi a volere che all’interno delle loro vite fossero descritte anche le immagini che si trovavano all’interno delle chiese da loro ristrutturate o riedificate, per manifestare una netta separazione con l’impero bizantino che, anche dopo la conquista Longobarda dell’Italia, non cesserà mai di essere presente sul suolo romano.
Ma proviamo a immaginare quale poteva essere la decorazione della chiesa.
Purtroppo, si viaggia moltissimo nel campo delle ipotesi, o forse no.
E vediamo perché.
Durante gli ultimi restauri del 1900 circa, al di sotto del pavimento della chiesa odierna sono state ritrovate tracce di marmo giallo, che quindi fanno supporre che la chiesa avesse tutte le pareti, almeno fino ad una certa altezza, ricoperte di marmo giallo, ad imitazione dell’oro.
Non solo, il Liber Pontificalis, che a questo punto non so se avete capito ma è la Bibbia dello studioso medievalista, racconta che la zona dell’abside doveva rifulgere la luce e la chiesa era talmente luminosa che poteva essere benissimo scambiata per la casa di Dio.
Ma come avrete capito non spiega effettivamente si vi fossero delle immagini o qualcosa del genere, perciò gli studiosi hanno cominciato a dare le più disparate ipotesi: chi ha pensato che nel catino absidale vi fosse uno sfondo monocromo fatto di tessere dorate, altri hanno pensato che invece delle tessere vi fossero dei tendaggi dorati, talmente ben fatti da riflettere la luce del sole fino ad illuminare le navate, secondo altri nell’abside doveva esserci una decorazione aniconica, ovvero senza immagini, altri ancora credono che vi potesse essere una decorazione con tre figure: Cristo al centro che consegna a Pietro le chiavi della chiesa e dall’altro lato, speculare a lui, Paolo che applaude la scena.
Purtroppo questo rimarrà un mistero.
Quello che sappiamo però è che la chiesa rimase fino al IX secolo la chiesa dei papi, perché proprio in questa zona il papa in epoca medievale risiedeva, e non nel Vaticano come siamo abituati a pensare, ma anche successivamente al relativo abbandono della zona, la chiesa rimase di importante interesse per la comunità cristiana.
La Basilica odierna ha la stessa struttura a cinque navate della costruzione di Costantino, ma ovviamente con la parte interna della chiesa radicalmente cambiata.
In particolare nel 1200 circa Niccolò IV chiese al giovane Jacopo Torriti, di ridecorare il catino absidale.
Ora infatti troviamo: sopra in mezzo ad un cielo nuvoloso, il busto di Cristo con angeli; al di sotto in assialità con il busto del Cristo troviamo una croce gemmata sul Mons Paradisiaco alle cui pendici scorrono i quattro fiumi del Paradiso, dove due cervi vanno ad abbeverarsi; accanto alla croce troviamo la Vergine Maria e San Giovanni Battista speculari, accanto a loro troviamo i santi Pietro, Paolo, Giovanni, Andrea, Antonio da Padova, Francesco D’assisi ed infine il committente del mosaico, ovvero Niccolò IV, in ginocchio accanto a Maria.
Il mosaico odierno è una copia di quello di Torriti: questo perché nel corso del novecento la parete absidale venne spostata diversi centimetri più indietro, determinando danni irreparabili al mosaico.
Dopo questi lavori rimane dell’originale il busto di Cristo che troviamo in quello splendido cielo azzurro con le nuvole rosa.
Questo busto è di epoca ancora più antica di quella torritiana.
Le fonti, infatti, raccontano che al momento dell’edificazione della chiesa il busto apparve a Costantino e a papa Silvestro; oltre a ciò, si racconta che fosse quasi miracoloso, in quanto salvò dalla morte certa Costantino colpito da una grave malattia.
Questo avvenimento causò venerazione per il busto cosa che contribuì allo sviluppo di pellegrinaggi verso la Cattedrale.
Purtroppo con i restauri recenti sembrerebbe che il busto non sia quello dell’epoca di costantiniana, ma molto successivo.
Possiamo perciò fidarci effettivamente di questa storia fantasiosa?
Ovviamente no, ma alla fine anche questo è il bello del medioevo.