A cura di Giulia Ruas

La mascella di Caino edito attualmente da Mondadori, pubblicato in italiano nella traduzione del collettivo: ”The Crime Badger” e con la prefazione di Stefano Bartezzaghi (giornalista, scrittore e semiologo italiano del, figlio di Piero, famoso enigmista), non è un vero e proprio libro, ma si tratta di un complicatissimo enigma, che attraversa storia e mistero. Pubblicato in origine nel 1934 all’interno di una raccolta di rompicapi “The Torquemada Puzzle Book”, il libro è composto da 100 pagine contenenti le storie di sei assassini e delle loro vittime. La mascella di Caino è stato scritto e ideato da Edward Powys Mathers, cruciverbista dell’Observer, con lo pseudonimo di Torquemada, un famoso inquisitore spagnolo del XV secolo, nonché priore del convento domenicano della Santa Cruz di Segovia e confessore dei re cattolici, Isabella di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona. Per risolvere l’enigma è necessario individuare nella storia, sia le sei vittime, sia i sei assassini, ma ciò è molto più difficile di quanto possa sembrare. Innanzitutto le 100 pagine di cui è composto l’enigma sono pubblicate senza un ordine cronologico, e per questo motivo il lettore come prima cosa deve rimetterlo in ordine, non basandosi sulla parola o lettera finale del racconto poiché le pagine finiscono quasi tutte con un punto. Inoltre è sostanzialmente impossibile arrivare all’ordine corretto tramite colpi di fortuna, perché le combinazioni sono innumerevoli. I lettori dovranno quindi cimentarsi nello smantellamento del libro, andando a ritagliarne le pagine per poi rimetterle in ordine.

la mascella di caino

La mascella di Caino è un vero e proprio “enigma dentro l’enigma” arricchito non solo dal contenuto presente tra le pagine stampate, ma anche perché colmo di giochi di parole, citazioni e riferimenti culturali. Infatti Powys Mathers oltre a occuparsi di cruciverba era attivo anche nel mondo colto e letterario, è stato infatti considerato il precursore della letteratura combinatoria: si era occupato di tradurre poesie, oltre ad aver curato un’edizione delle Mille e una Notte e ad aver recensito libri gialli. Basti pensare che il titolo stesso prende il nome da quella che è considerata la prima arma della storia, ovvero la mascella d’asino che Caino avrebbe utilizzato per uccidere Abele, secondo una tradizione presente nel “Titus Andronicus” di Shakespeare e non nella Bibbia. Quando fu pubblicato il libro a inizio novecento,il premio per chi fosse riuscito a risolvere l’enigma era di 15 sterline: l’anno successivo furono in due a risolverlo. In totale dalla sua pubblicazione “La mascella di Caino” è stato risolto ufficialmente solo quattro volte: oltre alle due soluzioni del 1935, una risale al 2016 e l’ultima al 2020, durante la quarantena, che in questo caso si è dimostrata essere una vera e propria valvola di sfogo e un’opportunità per la creatività. La curiosità verso questo enigma, è rinata negli ultimi anni, e in particolare negli ultimi mesi, grazie a un’esplosione di popolarità avvenuta su vari social network, in particolare su TikTok. La sua rinascita a livello editoriale risale al 2016, quando, dopo anni in cui l’enigma sembrava essere stato dimenticato, una copia è stata donata al Laurence Stern Trust, suscitando l’interesse del curatore Patrick Wildgust. I tentativi (riusciti) di Wildgust di risolverlo hanno portato nel 2019 a una riedizione da parte di Unbound. Il libro è stato così ripubblicato e ora la vincita per la riuscita rilegatura è di 500€, sponsorizzata da Mondadori, che celebra il centenario di uno dei libri più misteriosi mai scritti. Un vero enigma della storia.