A cura di Redazione La Voce
La prossima settimana la direzione. Il Pd del Lazio non perde tempo. C’è da analizzare il voto di domenica, nell’ottica delle prossime elezioni regionali in programma all’inizio del 2023. Le elezioni politiche hanno consegnato nelle mani del segretario dem, Bruno Astorre (rieletto al Senato), un quadro che si può leggere in due modi: il più pessimistico dice che il centrodestra ha battuto il centrosinistra nella Regione governata da Nicola Zingaretti; il più ottimistico evidenzia che mettendo insieme tutti i partiti che sostengono la Giunta, quindi il ‘campo largo’ dove dentro ci sono anche M5S, Azione e Italia Viva, si arriva a sfiorare il 50%, quasi 6 punti in più del centrodestra. Facendo leva sulla seconda chiave di lettura, secondo Astorre nel Lazio è ancora possibile una vittoria del centrosinistra nella tornata che si svolgerà probabilmente tra la fine di gennaio e metà febbraio. Anche se qualcuno potrebbe obiettare che grillini e Terzo Polo hanno preso un ampio consenso proprio perché sono andati divisi dal Pd e che le riunione sotto un’unica casa potrebbe portare a un calo di voti per tutti gli inquilini. Inoltre, bisognerà misurarsi con un’affluenza che sarà lontana parente del 64% registrato domenica. Di tutto questo e di altro, verosimilmente, si parlerà nella direzione regionale. Mentre le articolazioni territoriali già si stanno riunendo. Mercoledì pomeriggio toccherà al Pd della Città metropolitana di Roma che svolgerà un attivo sull’analisi del voto, la situazione politica generale, le elezioni regionali e il tesseramento.
Dopo la “tregua” stabilita per le politiche, bisognerà riaprire le discussioni su “alleanza”, “candidato con o senza primarie”. Il tavolo di coalizione, dove siedono anche 5 Stelle e Italia Viva ma non Azione (che aspetta di capire chi sarà il candidato) e che aveva già partorito una bozza di documento comune, tornerà a riunirsi ma non a breve. Su chi sarà il frontman bisognerà rimettere mano a una matassa ingarbugliata ed esplosa proprio nel corso di una direzione: il segretario Astorre che aveva proposto le primarie; gran parte del gruppo dirigente che era contro. Il vicepresidente della Regione, Daniele Leodori, e l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, hanno dato la loro disponibilità a correre, come pure (anche se in maniera più sfumata) Marta Bonafoni, capogruppo della Lista civica Zingaretti e molto vicina alle posizioni di Elly Schlein, la vicepresidente dell’Emilia-Romagna che viene data in corsa per la successione a Enrico Letta alla guida del Pd. Più sullo sfondo, rispetto a un mese e mezzo fa, Enrico Gasbarra. L’ex eurodeputato e deputato del Pd (che non ha trovato posto nelle liste dem alle politiche) veniva considerato dall’ala zingarettiana e da quella che fa capo a Claudio Mancini (regista della vittoria nel 2021 di Roberto Gualtieri) la soluzione migliore per la Regione senza ricorrere alle primarie.
Questo quadro in parte sembra avere subito qualche mutazione. Vengono segnalati riavvicinamenti su Leodori dalla parte legata a Zingaretti e in questo senso non sembra casuale che il vicepresidente abbia partecipato alla fine della scorsa settimana a un evento elettorale di Enzo Foschi (vicesegretario del Pd Lazio, sconfitto nel collegio uninominale alla camera del III e IV Municipio di Roma, con una forte consonanza politica col governatore) alla presenza dello stesso Zingaretti e dell’assessore regionale ai Rifiuti, Urbanistica e Casa, Massimiliano Valeriani. Ottobre sarà il mese decisivo per decidere quanto sarà largo (o stretto) il campo del centrosinistra e chi lo rappresenterà. Il tempo, intanto corre velocemente: non appena Nicola Zingaretti, neo eletto alla Camera dei Deputati, sarà proclamato deputato avrà due mesi di tempo per scegliere tra la sua nuova carica a Montecitorio e quella di governatore. Optando per la prima diventerà incompatibile come presidente di Regione e quindi dovrà dimettersi. Dal giorno delle sue dimissioni decorreranno i 90 giorni (durante i quali le redini dell’amministrazione passeranno nelle mani del suo vice Daniele Leodori) entro i quali bisognerà votare. (Fonte: Agenzia Dire, www.dire.it)