A cura di Redazione Ore12
Se il nuovo governo italiano non si insedierà prima del 15 ottobre la Commissione europea accetterà una bozza di bilancio a politiche invariate presentata dal governo dimissionario di Mario Draghi. Lo chiarisce un portavoce della Commissione europea durante il punto giornaliero con i giornalisti. Il rappresentante dell’esecutivo europeo ha detto che spetterà al nuovo governo presentare una Finanziaria aggiornata. Non esiste una scadenza specifica, ma il testo dovrà essere presentato almeno un mese prima dell’adozione del nuovo progetto della legge di Bilancio da parte del Parlamento di Roma, passaggio che dovrà necessariamente avvenire prima del 31 dicembre, pena l’esercizio provvisorio. I tempi tecnici necessari per il varo del nuovo governo hanno evidentemente un impatto sulla tempistica degli adempimenti di finanza pubblica. Se difficilmente il nuovo esecutivo potrà essere operativo prima di inizio novembre, va da sé che la manovra economica non potrà essere presentata a Bruxelles entro metà ottobre e approvarla per fine anno, per non incorrere nell’esercizio provvisorio, sarà una vera impresa oltre che una corsa contro il tempo. Quanto alla sua consistenza, tenendo conto solo delle spese cosiddette obbligate come i rifinanziamenti, i rinnovi contrattuali e l’adeguamento delle pensioni all’inflazione, la legge di bilancio parte già da 20-25 miliardi. Il tutto in un quadro macroeconomico in netto peggioramento: la nota di Aggiornamento al Def dovrebbe stimare per l’anno prossimo non più il 2,3% come precedentemente previsto ma all’incirca lo 0,5%, e un rapporto deficit/Pil intorno al 5% e non più al 3,7%. Il presidente del Consiglio Mario Draghi, anche per correttezza istituzionale, non ha intenzione di scrivere il provvedimento, ma di limitarsi ad impostare il lavoro. Per questo giovedì il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare la Nota di aggiornamento al Def, ma solo per quanto riguarda il quadro tendenziale. La crescita dovrebbe essere rivista al ribasso (intorno allo 0,5-0,6%) per effetto della guerra in Ucraina e della crisi energetica, con un indebitamento sotto il 5%.
Considerando che le nuove Camere si riuniranno il 13 ottobre, il nuovo esecutivo sarà pienamente in carica non prima della fine Di Ottobre. Sarà dunque necessario impostare già prima il lavoro sulla finanziaria con un intervento “a quattro mani”, come auspicato da Guido Crosetto.
“E’ difficile – ha spiegato quello che è uno dei principali consiglieri di Giorgia Meloni – pensare, considerati i tempi strettissimi, che non si cominci a lavorare da subito a un atto fondamentale come il bilancio dello Stato, pur non essendoci ancora un nuovo governo. Penso sia necessaria una totale collaborazione degli uffici del Mef e della Ragioneria: va trovato un modo di interagire per il bene dell’Italia”. Dunque quello che si profila è un lavoro (sottotraccia) per arrivare al momento dell’insediamento con buona parte del lavoro già fatto. Non sarà comunque, spiegano fonti parlamentari di centrodestra, una manovra “rivoluzionaria”, per la quale servirebbe più tempo. Sicuramente, spiegano le fonti, ci sarà un intervento sulle bollette, pur senza fare ulteriore debito. L’obiettivo è mettere un tetto ai costi ma anche procedere rapidamente al disaccoppiamento del costo dell’energia. Il tutto sperando che nel Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre venga deciso il tetto al prezzo del gas. Non escluso anche un intervento sul costo del lavoro e misure di sostegno a famiglie e imprese. Da affrontare anche il tema delle pensioni: a dicembre scade quota 102 e senza un intervento si tornerebbe alla legge Fornero, odiatissima da Matteo Salvini. Possibile anche un intervento correttivo sul reddito di cittadinanza.