Smart Workong, Telelavoro, o più genericamente Lavoro da Remoto. In qualunque modo lo si voglia chiamare ormai oltre 8 milioni di italiani nelle ultime settimane hanno cominciato a lavorare lontani dai locali aziendali, e per quanto per molti di noi questo rappresenti una novità in molti Paesi del mondo è una formula già adottata da diversi anni in molte aziende per abbattere molte spese di gestione.

Sicuramente il mondo digitale e le nuove tecnologie supportano le imprese nell’evitare l’arresto totale delle proprie attività per via del Coronavirus, creando a volte esempi virtuosi a sostegno dell’economia del Paese in questo delicatissimo momento di crisi.

Smart Working e Telelavoro: qual è la differenza?

Seppure abbiano molti aspetti in comune, Smart Working e Telelavoro non sono sinonimi, e si differenziano dal punto di vista normativo e organizzativo.

Il Telelavoro è una forma contrattuale che esiste in Italia dagli anni ’70, e prevede che un dipendente possa svolgere le proprie mansioni lavorative in un luogo diverso dalla sede aziendale, a cui però deve corrispondere un solo indirizzo, che sia esso la casa o un secondo ufficio. Il dipendente è inoltre vincolato a specifici orari aziendali che deve rispettare, così come un qualsiasi dipendente in sede. Luogo, orario di operatività e di riposo sono elementi che devono essere espressi in sede contrattuale.

Lo Smart Working si riferisce invece ad una concezione più agile e mobile del lavoro, regolamentata dal disegno di legge 2017.

Prevede una maggiore flessibilità che non ritiene fondamentale né della fascia oraria di operatività né della sede che il dipendente decide di occupare per svolgere le proprie mansioni. Grazie alla disponibilità di dispositivi mobili (smartphone, tablet) e alle connessioni Wi-Fi pubbliche, chiavette e hotspot, il dipendente non è più vincolato alla propria sede lavorativa e può essere operativo ovunque, in qualsiasi momento, anche in mobilità. Non è dunque necessario specificare né la sede di lavoro né le fasce orarie precise, che saranno gestite esclusivamente dallo smartworker: l’unico fattore importante è che il dipendente rispetti le scadenze e svolga il proprio compito secondo gli obiettivi di business concordati.

I vantaggi e svantaggi del lavoro da remoto

Ad una prima riflessione, non doversi recare al lavoro tutti i giorni può essere considerato un gran risparmio economico (benzina, mezzi pubblici, parcheggio) e una sicurezza dal punto di vista della salute

Anche per le aziende c’è molto di guadagnato. Non avere dipendenti che si recano in ufficio permette di mantenere un certo standard di produttività riducendo di molto i costi della presenza fisica del lavoratore in ufficio: non sono necessarie spese per obblighi di sicurezza sul lavoro, per postazioni e dispositivi e per tutte le risorse accessorie perché si possa garantire la massima efficienza dal proprio dipendente.

Tuttavia, per sostenere questa soluzione aziendale agile intelligente, che si tratti di teleworkers o smartworkers a lungo termine, non basta essere dotati di un pc o di un telefono.

È necessario saper autodeterminare il proprio lavoro e usufruire di tutti programmi e i tool necessari per poter continuare a svolgere le proprie mansioni senza la presenza fisica dei lavoratori, e questo non sempre è possibile. Mancanza di una corretta comunicazione e formazione al digitale, l’impossibilità di accedere alle risorse condivise dell’Azienda senza software adatti a rispondere alle esigenze, errata gestione della comunicazione dei network aziendali determinano sperso una dispersività del lavoro che non permettono di cogliere appieno le opportunità del digitale, rallentando uno sviluppo più intelligente delle attività da remoto.

smart working e telelavoro

Un’iniziativa solidale

Possiamo tuttavia affermare che l’esperienza del lavoro da remoto, declinato in particolare nello sviluppo sempre più capillare delle logiche di Smart Working, possa aprire nuove prospettive con cui potremmo ripensare ad un approccio più autonomo e flessibile dell’attività lavorativa.

Il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, in collaborazione con l’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) ha creato un portale chiamato “Solidarietà Digitale” per fornire supporto tecnico a tutte le PMI e cittadini che maggiormente sono stati colpiti delle restrizioni derivanti dalle misure di sicurezza dell’emergenza Coronavirus.

Il supporto fornito da questa iniziativa solidale comprende una serie di servizi volti a migliorare aspetti della vita quotidiana e lavorativa forzatamente modificati, spesso impoveriti, dagli obblighi di sicurezza. Tra le attività previste c’è anche un aiuto concreto per lavorare in Smart Working: connessioni gratuite offerte dai maggiori operatori del settore, piattaforme avanzate per lavori da remoto, percorsi di formazione per lo sviluppo di nuove soluzioni aziendali adattabili allo Smart Working, servizi di informazione e-learning per la didattica a distanza, intrattenimento e altro ancora.

Come si evolverà il panorama delle Imprese con la digitalizzazione? Leggi l’artico su Digitalizzazione PMI: sarà l’inizio di una nuova era digitale post Coronavirus?  su EverydayNews

Flavia Pizzichemi

Laureata in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo, ha imparato a scrivere sul web di ciò che le piace. Non perde occasione di informarsi sul mondo digital, il grande schermo è un appuntamento irrinunciabile ogni settimana. E su EverydayNews ha trovato il modo di unire le sue più grandi passioni.